Italian Classics
L'illuminismo lombardo - 1771

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

L'illuminismo lombardo - 1771

VERRI, Pietro (1728-1797). Meditazioni sulla economia politica. Livorno, Stamperia dell’Enciclopedia, 1771.

 

PRIMA EDIZIONE della più significativa opera del grande illuminista milanese Pietro Verri, che fu ristampata per ben sei volte in soli due anni e tradotta in francese, tedesco, olandese e inglese.

Si tratta di un esaustivo trattato di economia politica, in cui l’autore, partendo dall’assunto che lo stato debba essere fonte di felicità per il maggior numero possibile di cittadini e debba incentivare l’iniziativa individuale, esamina in dettaglio i rapporti che legano fra loro l’aumento della popolazione, i consumi, la produzione, i prezzi e i costi di interesse, cercando di identificare le regole per un equilibrato bilanciamento di tutti gli elementi che permetta una più equa distribuzione delle risorse. In particolare, egli individua nei privilegi delle corporazioni e nel protezionismo commerciale le cause maggiori delle ineguaglianze sociali.

Pietro Verri, discendente da una delle più nobili e potenti famiglie di Milano, compì i primi studi nei collegi gesuitici di Monza, Brera, Roma e Parma. Egli lamenterà in seguito la cattiva educazione e le pessime esperienze vissute in quegl’anni. Rientrato a Milano nel 1748, intraprese la carriera di magistrato, ma da subito cominciarono i primi contrasti con la famiglia, soprattutto a causa della sua relazione con Maria Vittoria Ottoboni Boncompagni, moglie del duca Gabrio Serbelloni.

Dopo aver partecipando in qualità di capitano alla guerra con la Prussia, nel 1761 fondò insieme al fratello Alessandro, nato nel 1741, l’Accademia dei Pugni. In quegli stessi anni i due diedero vita anche alla celebre rivista “Il Caffè”, che cominciò le sue pubblicazioni nel giugno del 1764 per terminarle nel maggio del 1766. Alla sua redazione presero parte Cesare Beccaria, che segnò profondamente la personalità del Verri, il fisico Paolo Frisi, Giuseppe Lambertenghi, Pietro Secchi e tanti altri. Il nome fu scelto perché nella rivista si fingeva di riportare le conversazioni che avvenivano fra alcuni amici in una bottega da caffè.

Nel 1763, a Livorno (ma con il falso luogo Londra), Verri pubblicò un libretto anonimo, le Meditazioni sulla felicità, che è considerato come il manifesto dell’illuminismo lombardo, perché in esso egli sviluppa i temi del contratto sociale e della felicità umana in una chiave laica e materialistica e descrive la storia dell’uomo come un lento cammino, non privo di dolori e battute d’arresto, verso il progresso, inteso come somma delle esperienze accumulate dagli uomini nel tempo.

Negli anni seguenti Verri ricevette vari incarichi dal governo austriaco per la riforma del sistema tributario. Le sue idee innovative, come quella che proponeva che la riscossione delle imposte fosse trasferita dagli appalti privati alla gestione pubblica, pur riscuotendo il consenso dell’imperatrice Maria Teresa, furono avversate da molti e gli procurarono un gran numero di nemici. In seguito alle molteplici calunnie messe in giro sul suo conto e al sempre più freddo atteggiamento dell’imperatore nei suoi confronti, nel 1786 decise di ritirarsi a vita privata.

Nel 1781 rielaborò e ripubblicò insieme i Discorsi sull’indole del piacere e del dolore, sulla felicità e sull’economia politica, che erano già apparsi separatamente, mentre nel 1783 diede alle stampe il primo tomo della Storia di Milano (il secondo uscì postumo nel 1798). Nel 1790, alla morte di Giuseppe II, rimise in discussione le sue idee politiche nei Pensieri sullo stato politico del Milanese nel 1790. Ebbe un ultimo momento di celebrità nel 1796, quando, dopo l’arrivo dei Francesi a Milano, fu invitato a far parte della Municipalità. Morì di colpo apoplettico l’anno seguente durante una delle riunioni cittadine.

 

Descrizione fisica. Un volume in 8vo di pp. (2), 240. La primissima tiratura dell’opera apparve senza il titolo, quindi adespota e senza note tipografiche.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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