Italian Classics
La rivoluzione del gusto Barocco - 1670

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

La rivoluzione del gusto Barocco - 1670

TESAURO, Emanuele (1592-1675). Il cannocchiale aristotelico, o sia, idea dell’arguta, et ingegnosa elocuzione, che serve a tutta l’arte oratoria, lapidaria, et simbolica. Torino, Bartolomeo Zavatta, 1670.

 

EDIZIONE DEFINTIVA, la quinta dopo la princeps torinese del 1654, del maggior trattato di retorica barocca.

Tesauro, pur avendo come modello l’opera di Aristotele, tenta per la prima volta di aggiornare la retorica classica ai nuovi stilemi della letteratura barocca. Affronta così in modo sistematico le figure tipiche del concettismo, come le “argutezze”, i “concetti predicabili” e, soprattutto, le metafore, cui è dedicato ampio spazio nella trattazione. Le pagine conclusive dell’opera costituiscono poi una sorta di punto di arrivo della secolare discussione sugli emblemi e sulle imprese.

L’autore compara la varietà del mondo creato e della vita sociale degli uomini con la varietà del linguaggio e di altre forme d’arte, come la pittura e l’architettura. Distinguendo tra ingegno ed intelletto e sottolineando l’importanza e la mutabilità del gusto, egli si mostra consapevole del ruolo della fantasia umana nella creazione artistica.

Attraverso la riabilitazione del gusto barocco, il Cannocchiale aristotelico, sin dal titolo, si pone l’obiettivo di rivoluzionare la retorica e la poetica alla stregua di quanto compiuto da Galileo nell’astronomia.

Emanuele Tesauro, originario di Torino, entrò nel 1611 come novizio nella Compagnia di Gesù. Completati gli studi di filosofia, nel 1616 insegnò retorica presso l’Accademia di Brera. Nel 1619 passò a Cremona, quindi nel 1622 a Napoli.

Poco dopo decise di abbandonare l’insegnamento e dal 1624 cominciò a predicare, avendo come sua sede principale la città di Milano. Dal 1631 al 1634 fu predicatore della duchessa Cristina a Torino, quindi, per contrasti politici, decise di lasciare l’Ordine.

Dopo aver vissuto per vari anni nelle Fiandreal seguito del principe Tommaso, nel 1642 fece ritorno a Torino, dove, essendo rimasto prete secolare, divenne precettore dei principi di Carignano. Nel 1653 riprese l’attività di predicatore. Nel 1666 fu incaricato dalla municipalità di Torino di scrivere una storia della città. Negli ultimi anni accettò l’incarico di direttore degli studi del principe Vittorio Amedeo II. Morì a Torino nel 1685.

Tesauro fu un autore molto prolifico: scrisse tragedie, versi sacri, opere storiche, tra cui Del Regno d’Italia sotto i barbari (1663-64), e opere filosofiche, come la Filosofia morale (1670), molto diffusa ed apprezzata.

 

Descrizione fisica. Un volume di pp. (8), 740, (32) con un’antiporta allegorica fuori testo, incisa in rame da Georges Tasnière su disegno di Domenico Piola. La prima e l’ultima carta sono bianche.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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