FORTUNIO, Giovanni Francesco (ca. 1465-1517). Regole grammaticali della volgar lingua . (Ancona, Bernardino Guerralda, settembre 1516).
PRIMA EDIZIONE delle prima grammatica della lingua italiana.
Ristampate per ben venti volte nel corso del ‘500, le Regole dovevano comprendere originariamente cinque libri, ma di questi ne vennero pubblicati solo due, quelli relativi alla morfologia e all’ortografia.
Come le Prose del Bembo, già in parte composte nel periodo in cui uscì l’opera del Fortunio (i due si scambiarono accuse di plagio e, nonostante si tratti di due testi profondamente diversi, pare oggi plausibile che entrambe gli autori abbiano avuto modo di influenzarsi vicendevolmente), le Regole costituiscono una grammatica del toscano trecentesco ad uso dei letterati italiani del Cinquecento, che di quella lingua facevano un uso prevalentemente scritto.
Partendo dai testi delle Tre Corone (Dante, Petrarca e Boccaccio) e dalla critica ai commentatori che lo avevano preceduto, come Cristoforo Landino, Francesco Filelfo e lo stesso Bembo, responsabile delle edizioni aldine di Dante e Petrarca, Fortunio giunge a codificare una grammatica dalle regole molto rigide, basata esclusivamente sulla norma. Ogni devianza, sia essa riconducibile ai commentatori, ai copisti o alla trasgressione degli stessi autori, viene severamente respinta.
Giovanni Francesco Fortunio nacque probabilmente a Pordenone fra il 1460 e il 1470. In contatto con il fertile ambiente culturale friulano, formato da umanisti quali Jacopo Caviceo, il Cimbriaco e Marcantonio Sabellico, che insegnò a Udine fra il 1473 e il 1487, sul finire del secolo egli godeva di una certa fama di poeta.
Trasferitosi a Trieste, ricoprì varie cariche pubbliche, tra cui quella di giudice delle cause civili e penali, e nel 1509 fece parte del Consiglio dei patrizi. Frequentemente in visita a Venezia per ragioni politiche, egli entrò nella disputa scoppiata fra il Sabellico e Giovanni Battista Egnazio circa le edizioni aldine di Petrarca e Dante (1501-02). Nel 1509 richiese un privilegio di stampa per una grammatica volgare ed alcune opere inedite di diversi poeti. Pare quindi che egli avesse in mente un piano editoriale da sottoporre ad un qualche tipografo veneziano.
Negli anni seguenti, tuttavia, forse a causa delle guerre imperiali contro Venezia, Fortunio si trasferì ad Ancona, dove nel 1516 fu nominato luogotenente. Poco dopo la pubblicazione delle Regole, il 12 gennaio del 1517 fu trovato morto nel cortile del palazzo pretorio.
Descrizione fisica. Un volume in4to di cc. (4), XXXVI.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010