ALBERTINI, Francesco (m. 1520 ca.). Opusculum de mirabilibus novae et veteris urbis Romae. (Roma, Giacomo Mazzocchi, 4 febbraio 1510).
PRIMA EDIZIONE dell’opera che segna la nascita della letteratura delle guide artistiche. A differenza di Flavio Biondo, che nella sua Roma instaurata (Ivi, 1471) si era soprattutto occupato della Roma antica da un punto di vista archeologico, l’Albertini per primo descrisse anche la città moderna.
Benché la prima parte dell’opera debba ancora molto alle guide medievali, i così detti Mirabilia, destinati ad illustrare ai pellegrini i prodigi della città eterna, nella seconda parte egli fornisce informazioni sulle chiese e gli edifici commissionati da papa Giulio II, il cui nipote Galeotto della Rovere fu uno dei promotori dell’Opusculum. Cita inoltre, in relazione ai lavori della Cappella Sistina, artisti del calibro di Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi e Michelangelo Buonarroti, e descrive la Biblioteca Vaticana e i suoi tesori, come il Codex Vergilianus e la collezione di strumenti astronomici. Chiude il volume un elogio delle città di Firenze (di cui Albertini era originario) e di Savona, patria di Giulio II. L’Opusculum fu ristampato dal Mazzocchi nel ’15 e poi nuovamente nel ’23 in un volume miscellaneo intitolato De Roma prisca et nova.
Francesco Albertini nacque a Firenze nella seconda metà del Quattrocento. Le prime notizie che si hanno di lui risalgono al 1493, anno in cui fu ordinato sacerdote. Nel 1499 divenne canonico di San Lorenzo. Introdotto alla pittura dal Ghirlandaio, nel 1502 si trasferì a Roma, dove tre anni dopo entrò al servizio del cardinale di Santa Sabina, Fazio Santori, in qualità di cappellano. Letterato eappassionato antiquario, Albertini fu membro del gruppo di umanisti che si riuniva intorno a Giacomo Mazzocchi, del quale fecero parte eminenti personalità come Andrea Fulvio e Jacopo Sadoleto. Morì a Roma tra il 1517 e il 1520.
Nel 1510, presso i torchi del Mazzocchi, Albertini pubblicò l’opuscoletto Septem mirabilia orbis et urbis Romae et Florentinae Civitatis. Uscì invece a Firenze dalla tipografia del Tubini una sorta di guida della città di Firenze, Memoriale di molte statue et picture che sono nell’inclyta ciptà di Florentia (1510). Attribuibili a lui, almeno in parte, sono pure gli Epigrammata antiquae urbis, che Mazzocchi pubblicò anonimi nel 1521.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 103, 1 bianca. Titolo ornamentale inciso in legno.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010