BRACCIOLINI, Poggio (1380-1459). Facetiae. [Roma, Georgius Lauer nel Monastero di Sant’Eusebio, ca. 1470].
PRIMA EDIZIONE di questa fortunatissima opera, che fu ristampata per più di venti volte nel solo Quattrocento. Composte tra il 1438 e il 1452, le facezie ebbero dapprima una diffusione frammentaria. Esse contengono gli aneddoti (spesso osceni), i motti di spirito, le burle, le favole allegoriche e le storie che amavano raccontarsi tra di loro i membri della curia romana. La cosa che più sorprende il lettore moderno è che oggetto della feroce satira siano spesso alti prelati e persino pontefici. Accanto a questi, protagonisti delle facezie sono sovente uomini famosi o personaggi della letteratura novellistica.
Nonostante le numerose ristampe, in seguito alla condanna all’Indice l’opera è divenuta estremamente difficile da reperire in edizioni antiche che non siano espurgate. La sua influenza sullo sviluppo della satira nella letteratura italiana non può comunque essere sottovalutato.
Poggio Bracciolini nacque a Terranuova (oggi Terranuova Bracciolini) in Valdarno. Trasferitosi a Firenze per studiare notariato, entrò in contatto con Coluccio Salutati e Leonardo Bruni. Nel 1403 andò a cercar fortuna a Roma, riuscendo in breve tempo ad ottenere l’ufficio di scrittore apostolico.
Negli anni seguenti seguì gli spostamenti dei papi in giro per l’Europa, dedicando gran parte del suo tempo libero alla ricerca di manoscritti di autori classici. A dir poco straordinari furono i ritrovamenti da lui compiuti a Costanza, San Gallo, Montecassino, Fulda, Langres e Colonia. Di numerosi codici egli trasse copie nella sua bella ed elegante scrittura umanistica (la cui nascita si deve proprio al Bracciolini), che spesso rappresentano gli unici testimoni sopravvissuti del testo. Nel frattempo egli dava notizia delle sue imprese agli amici umanisti, quali Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Guarino Veronese. Nel 1418 accettò l’invito del vescovo di Winchester e si trasferì in Inghilterra., dove rimase per cinque difficili anni. Riottenuto il posto di segretario apostolico, Poggio tornò ad essere uno dei più brillanti funzionari della curia romana. Nel 1453 decise di lasciare Roma per Firenze, assumendo la carica di cancelliere che era stata del Salutati e del Bruni. Si spense il 30 ottobre del 1459, dopo che già da un anno si era ritirato a vita privata.
Poggio Bracciolini fu uno dei massimi rappresentanti dell’umanesimo attivo, che considerava il recupero della cultura antica come elemento integrante di un’operosa vita civile e sociale. Grande conversatore ed osservatore dei costumi degli uomini, egli ebbe anche la capacità di saper trasmettere con freschezza e vivacità le sue impressioni e le sue opinioni. Tutto ciò traspare dai suoi dialoghi e dalle Facetiae , che furono scritte per intrattenimento, ma non sono comunque prive di un fondo morale.
Descrizione fisica. Un volume in folio di cc. 100 non numerate. Esiste una seconda tiratura recante 109 carte.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010